Per i contenuti ai e pratiche seo nocive criteri più severi da parte di Google per garantire qualità e originalità
In questo articolo tratteremo i seguenti temi:
Un passo avanti nella lotta ai contenuti di bassa qualità
Il recente aggiornamento delle linee guida di Google per i quality rater, datato 23 gennaio 2025, rappresenta (forse? Finalmente?) un importante salto di qualità nella regolamentazione dei contenuti online.
Durante il Search Central Live a Madrid, John Mueller, Senior Search Analyst e capo del team Search Relations di Google, ha evidenziato che l’azienda sta incoraggiando i suoi quality raters a focalizzarsi sulle pagine che presentano contenuti principali prodotti mediante l’uso di strumenti di intelligenza artificiale, sia automatizzati che generativi, assegnando loro una valutazione di qualità inferiore.
Con l’introduzione di nuovi standard, Google mira a eliminare l’utilizzo non etico della tecnologia AI nella creazione di contenuti e a contrastare le tecniche SEO che compromettono l’affidabilità dei risultati di ricerca.
Questa mossa è decisiva per assicurare che i contenuti non solo attraggano l’attenzione ma offrano anche un valore reale e tangibile.
Qualità e originalità, altrimenti sei out
Le nuove linee guida indicano chiaramente che ogni contenuto principale prodotto mediante strumenti di intelligenza artificiale deve dimostrare un’originalità distinta e apportare un valore aggiunto significativo per evitare di essere classificato con il rating “Lowest“.
Questo standard è volto a promuovere l’innovazione responsabile nell’uso delle tecnologie generative, spingendo i creatori a un impegno maggiore nella cura e nella qualità informativa dei loro articoli.
Nuove definizioni di spam e pratiche inaccettabili
Nel dettaglio, Google ha ora identificato specifiche condotte da evitare:
- Abuso di domini scaduti: L’acquisizione di domini scaduti e il loro impiego per ospitare contenuti irrilevanti o fuorvianti.
- Abuso della reputazione del sito: La pubblicazione di articoli di basso livello su piattaforme autorevoli per trarne vantaggio in modo ingannevole.
- Abuso di contenuti di massa: La creazione e la distribuzione di un elevato volume di pagine tramite AI, senza un adeguato intervento umano, superando spesso le 1.000 unità mensili.
Differenziazione tra rating basso e molto basso
I nuovi criteri differenziano con maggiore chiarezza le valutazioni di contenuto “basso” e “molto basso”:
- Un contenuto considerato basso potrebbe includere elementi riutilizzati ma accompagnati da un minimo di contestualizzazione.
- Il rating molto basso è riservato ai contenuti che non aggiungono nulla di nuovo: solo parafrasi, contenuti incorporati o generati interamente da AI.
Filler content: la lotta contro il superfluo
Il concetto di filler content viene definito come “contenuto che diluisce il valore della pagina“.
Il filler content non porta nulla di nuovo, distoglie l’attenzione dell’utente dal messaggio principale e può influenzare negativamente il posizionamento del sito nei risultati dei motori di ricerca.
Il filler content si manifesta in varie forme, tra cui testi eccessivamente prolissi che non aggiungono informazioni di valore e layout disordinati dove gli annunci pubblicitari o i widget irrilevanti occupano una porzione sostanziale dello spazio visivo, soprattutto sopra il fold (above the fold, cioè la parte della pagina visibile senza dover scrollare).
Questi elementi rendono la navigazione meno intuitiva e possono anche aumentare il tempo di caricamento della pagina, deteriorando ulteriormente l’esperienza utente.
E-E-A-T: esigenze rafforzate per verificabilità e affidabilità
L’aggiornamento enfatizza la necessità di sostegno documentale (link esterni di qualità in poche parole, non il solito wikipedia) per ogni affermazione fatta, specialmente nei campi che richiedono una profonda competenza, come medicina o finanza.
Gli autori devono ora includere collegamenti a studi rilevanti, fonti istituzionali o esempi concreti di progetti verificabili che supportano le loro dichiarazioni.
Sarebbe poi opportuna una bella pagina “chi siamo” esplicativa, che mostri per bene professionalità, percorso di studi, iscirizione ad eventuali albo di categoria, certificazioni.
Cosa significa E-E-A-T?
E-E-A-T sta per Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness, e rappresenta i criteri usati da Google per valutare l’affidabilità di un contenuto.
Azioni consigliate per adattarsi
Per rimanere conformi alle nuove regole e migliorare la qualità dei contenuti:
- Audit dei contenuti: Utilizzare strumenti analitici avanzati per identificare e rinnovare i contenuti che non rispettano i nuovi standard di qualità.
- Strategia E-E-A-T robusta: Assicurarsi che ogni autore includa nel proprio profilo credenziali autentiche e riconosciute e che i contenuti siano collegati a fonti di autorità indiscutibile.
- Ottimizzazione tecnica: Monitorare metriche come il Cumulative Layout Shift (CLS) per assicurare che la disposizione visiva delle pagine non comprometta l’esperienza utente.
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