AI Overviews: come l’intelligenza artificiale sta cambiando le regole della visibilità online

L’AI sta rivoluzionando il mondo, probabilmente è una nuova rivoluzione industriale, e anche nella ricerca online stiamo vivendo una nuova era. Il motore (è proprio il caso di dirlo!) di questa rivoluzione online ha un nome preciso: AI Overviews.

Si tratta del nuovo approccio di Google alla restituzione delle informazioni, che abbandona il classico elenco dei dieci link blu per offrire risposte sintetiche e contestuali generate direttamente dall’intelligenza artificiale. Questo sistema, già testato negli Stati Uniti e ora disponibile anche in Europa, ha un impatto significativo sulla visibilità dei siti web: sempre meno clic, minore traffico organico, e un cambiamento profondo nelle dinamiche del posizionamento.

Il funzionamento è semplice, ma rivoluzionario: Google utilizza modelli linguistici avanzati (LLM) per interpretare le query degli utenti e generare risposte esaustive direttamente nella SERP, integrando dati, fonti attendibili e persino suggerimenti aggiuntivi. Di fatto, molti utenti trovano già ciò che cercano senza visitare alcun sito, portando alla cosiddetta zero-click search, in cui la navigazione termina prima ancora di iniziare.

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Dal motore di ricerca all’ecosistema informativo

La transizione in atto non rappresenta la fine della SEO, ma una trasformazione profonda del suo perimetro operativo. Non si tratta più di ottimizzare contenuti esclusivamente per Google, ma per un ecosistema complesso e interconnesso che comprende assistenti vocali, chatbot intelligenti, contenuti video, social network e piattaforme tematiche.

È in questo contesto che nasce il concetto di Search Ecosystem Optimization. Le informazioni, oggi, vengono ricercate ovunque: dentro una storia di Instagram, nei commenti di un video YouTube, in una risposta di ChatGPT o in una discussione su Reddit. Per questo, i contenuti devono essere progettati in modo omogeneo, approfondito e adattabile a più canali.

Chi si occupa di marketing, content strategy o digital branding deve interiorizzare questa evoluzione:
il contenuto non è più solo testuale, ma diventa multiforme, conversazionale e contestuale, in grado di rispondere a una pluralità di intenti informativi.

Strategie per emergere nell’epoca delle AI generative

Per restare visibili e rilevanti in questo nuovo scenario, servono nuove competenze e nuove priorità. Tra le più efficaci:

1. Costruire un archivio solido delle query e degli insight

Con l’accesso ai dati sempre più limitato da parte di Google, chi possiede uno storico dettagliato delle ricerche degli utenti sarà in grado di anticipare i trend e modellare contenuti proattivi, pensati per rispondere alle esigenze future prima che diventino mainstream.
Lavora per query a coda lunga, non più per le classiche keywords secche!

2. Produrre contenuti autorevoli e strutturati

I modelli linguistici che generano le AI Overviews, come Gemini di Google o ChatGPT di OpenAI, si basano su fonti che ritengono affidabili. Solo chi pubblica contenuti completi, aggiornati, ben referenziati e ricchi di contesto ha reali possibilità di essere selezionato e citato. In quest’ottica, la lunghezza è funzionale alla profondità e alla salienza semantica (centralità rispetto alla query), non un mero esercizio quantitativo.

3. Puntare su contenuti video

L’integrazione dei video nella barra di ricerca di Google evidenzia quanto i contenuti visivi siano ormai parte integrante della scoperta informativa. Dai brevi formati per i social ai video-tutorial lunghi su YouTube, ogni elemento audiovisivo può rafforzare l’identità del brand e offrire un’esperienza di contenuto più completa.

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Search Ecosystem Optimization

La nuova priorità: diventare fonte, non solo presenza

Molte aziende, purtroppo, continuano a rincorrere classifiche e keyword come se il contesto non fosse cambiato. Trascurano elementi oggi centrali come identità digitale, autorevolezza, trasparenza delle fonti e protezione del brand dalla disinformazione.

Quando un’intelligenza artificiale inizia a rispondere al posto tuo, la differenza tra essere un risultato e diventare la fonte fa tutta la differenza del mondo. La vera sfida non è più farsi trovare, ma farsi ascoltare e riconoscere come voce competente e fidata.

Facciamo un po’ di chiarezza?

Cosa sono esattamente gli AI Overviews di Google?
Sono risposte generate da intelligenza artificiale che compaiono nella parte alta della SERP e riassumono contenuti tratti da più fonti, per fornire all’utente un’informazione immediata e completa.

Come cambiano le metriche SEO con gli AI Overviews?
Diminuiscono il CTR e il traffico organico diretto ai siti. Cresce l’importanza delle metriche qualitative come il tempo di permanenza, l’autorevolezza delle fonti e la coerenza cross-canale.

Vale ancora la pena fare SEO?
Assolutamente sì, ma con un approccio rinnovato. Serve una strategia che comprenda l’intero percorso dell’utente e valorizzi la brand authority, non solo il posizionamento. la link building è una strada ancora molto valida, purchè fatta con consapevolezza.

I contenuti brevi hanno ancora un ruolo?
Sì, ma vanno inseriti in una logica più ampia, come teaser per contenuti approfonditi o supporti rapidi per piattaforme specifiche come TikTok o Instagram Reels.

Come affrontare la nuova era della ricerca: in sintesi

  • Crea contenuti multimodali: integra testo, immagini, audio e video in un’unica strategia, sfruttando la complementarità tra i diversi media.
  • Progetta contenuti conversazionali: simula domande e risposte, come nei chatbot, per aumentare la probabilità di essere utilizzati dagli LLM.
  • Ottimizza per la discovery, non solo per la search: lavora su social, newsletter, e community per diventare una presenza ricorrente, non occasionale.
  • Monitora le fonti da cui gli LLM attingono: segui evoluzioni e preferenze degli AI model per adattare stile e profondità dei tuoi contenuti.
  • Investi in contenuti “evergreen” aggiornabili: così potrai alimentarli nel tempo e mantenerli visibili nelle risposte AI.